Dopo aver bruciato il bollitore nelll'ostello di Zagabria decisi di cambiare aria e trovai una fabbrica farmaceutica trasformata in centro sociale dove hippies danesi, poeti africani e pankettoni croati vivono nella legge del comune benessere. ebbi cosi' il piacere di trascorrere piacevoli giornate a chiaccherare con Daniel (il poeta etiope) di decadenza europea e di supremazia africana. Dopo due giorni di sonno interrotto dalle scorribande mattutine dei suddetti pankettoni abbandonavo la citta' in direzione Bosnia. Mentre il cielo grigio e l'autostrada a tre corsie mi facevano dubitare ancora una volta sulla fattibilita' del mio viaggio una coppia mista croato-francese teneva accese le mie speranze portandomi sul confine. Con una autista slovena entravo nell'unico stato balcanico con una congiunzione nel nome. Sebbene mi aspettasi gente armata con il coltello fra i denti la Bosnia si rivelo' fin da subito ospitale e cortese, alloggiai la prima notte a Banja Luka, capitale della republika srpska ( la bosnia e' infatti divisa in tre zone a prevalenza serba, croata o musulmana come si deduce dal nome questa e' la parte serba). La Bosnia colpisce subito il viaggiatore proveniente da uno stato cattolico per l'enorme quantita' delle moschee che anche nei piccoli villaggi hanno minareti grossi come palazzi. Campeggiavo nella natura e questa mattina trovavo un militare che mi dava uno strappo fino a Travnik, localita' da cui ora scrivo. Domani ho in piano di arrivare a Sarajevo dove ho gia' trovato una sistemazione a casa di amici di un simpatico belga incontrato a Zagabria. Appena mi ricordo di portare il cavo agli internet point carichero' anche le foto.
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lunedì 16 agosto 2010
Zagabria-Bosnia i Hercegovina
Dopo aver bruciato il bollitore nelll'ostello di Zagabria decisi di cambiare aria e trovai una fabbrica farmaceutica trasformata in centro sociale dove hippies danesi, poeti africani e pankettoni croati vivono nella legge del comune benessere. ebbi cosi' il piacere di trascorrere piacevoli giornate a chiaccherare con Daniel (il poeta etiope) di decadenza europea e di supremazia africana. Dopo due giorni di sonno interrotto dalle scorribande mattutine dei suddetti pankettoni abbandonavo la citta' in direzione Bosnia. Mentre il cielo grigio e l'autostrada a tre corsie mi facevano dubitare ancora una volta sulla fattibilita' del mio viaggio una coppia mista croato-francese teneva accese le mie speranze portandomi sul confine. Con una autista slovena entravo nell'unico stato balcanico con una congiunzione nel nome. Sebbene mi aspettasi gente armata con il coltello fra i denti la Bosnia si rivelo' fin da subito ospitale e cortese, alloggiai la prima notte a Banja Luka, capitale della republika srpska ( la bosnia e' infatti divisa in tre zone a prevalenza serba, croata o musulmana come si deduce dal nome questa e' la parte serba). La Bosnia colpisce subito il viaggiatore proveniente da uno stato cattolico per l'enorme quantita' delle moschee che anche nei piccoli villaggi hanno minareti grossi come palazzi. Campeggiavo nella natura e questa mattina trovavo un militare che mi dava uno strappo fino a Travnik, localita' da cui ora scrivo. Domani ho in piano di arrivare a Sarajevo dove ho gia' trovato una sistemazione a casa di amici di un simpatico belga incontrato a Zagabria. Appena mi ricordo di portare il cavo agli internet point carichero' anche le foto.
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Ciao, sarei interessato a far visita al centro sociale di Zagabria. Come posso trovarlo e come si chiama? Grazie andrea
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