sabato 31 gennaio 2009

Vecchi 33 giri: Amsterdam - Milano
il ritorno (senza andata) dalla ridente Olanda


E il 2008 giungeva alla sua metà, le scuole mettevano alla porta i propri alunni, l'Italia preparava una figura penosa agli europei in Austria e Svizzera, Bush prometteva il ritiro delle truppe dall' Iraq.
Noi si prendeva sei bici e su di un treno si giungeva ad Amsterdam, pronti al ritorno sui velocipedi.
Facenti parte del gruppo erano:
- due ragazzi valtrompini, Emiliano Mariotti detto "Lo Sceicco" e Stefano detto "El Canotta";
- una miss dell'alta val di Sangro, Dafne, detta "Interrail";
- infine i già troppo ben descritti tre, organizzatori del viaggio, sui quali non ci dilungheremo oltre.

All'arrivo nella capitale olandese la quantità immensa di veicoli a trazione umana ci lascia attoniti, mentre l'ostello di Bob ci accoglie spartanamente.
La mattina dopo, km 0, incombiamo nella prima eliminazione. Tuttintutina ci appropinquiamo ai mezzi, ma nel dirigerci notiamo l'assenza di uno dei cavalli meccanici: incredulità, stupore, delusione, rabbia, crudo realismo: l'unica componente del gentil sesso è costretta a lasciarci. Scossi dall'accaduto, ma ben decisi a cominciare il periplo, in tarda mattinata abbandoniamo la città batava. Attraversata la pianeggiante e rigogliosa Olanda, giungiamo sulle prime increspature che caratterizzano le Ardenne.
Giunti all'abitato di Spa, "El Canotta" mette fine come programmato alla sua avventura ciclistica per cominciare un'odissea ferroviaria che lo ricondurrà a Milano solo dopo innumerevoli coincidenze perse.
In due giorni effettuiamo la traversata del Lussemburgo, che ricorderemo per la lusitaneità della sua popolazione e per la frequenza e altezza delle colline.
Lasciato alle spalle anche il monarchico stato, giungiamo nell'effemminata repubblica francese.
Davanti a noi si para una regione scarsamente influenzata dal turismo, infatti troviamo alloggio solo da locali.
Su una impervia salita "Lo Sceicco" ingrana il rampichino ed annienta il deragliatore del cambio posteriore. Costretto al singolo rapporto, tra rimorsi e imprecazioni, giungiamo nella ridente Dieuze. La mattina seguente la buonanima della senil anfitriona accompagna in macchina "Lo Sceicco" fino alla stazione più vicina, dove egli potrà giungere con gran sollievo alla madrepatria nel giorno da lui previsto.
Caduto anche il quarto partecipante rimangono i già ben descritti tre, organizzatori del viaggio, sui quali non ci dilungheremo oltre.
All'arrivo in Svizzera ci accoglie un caldo beduino, che rende la pedalata ancor più sofferta.
Il giorno successivo affrontiamo una strada simil-mulattiera che s'inerpica su una placca tettonica toccando pendenze del 30%, "La Puppia" dotata di una bicicletta Viner a tubi Columbus, con rapporti dolci e leggeri come rami di betulla intinti nel miele (licenza poetica), giunge in vetta attraversando una mandria bovina e guadagnando ben 45 minuti di vantaggio. Giunti infine i compañeros, dotati di mezzi antichi e pesanti come la suocera da portare a mezza pensione all' "Hotel Belvedere" di Pinarella ogni estate, si discorre sulla necessità di moderare il superfluo consumo della pecunia. Puntualmente ci si fionda nel primo ristorante spendendo gli ultimi 40 franchi che riempivano le nostre tasche.

Dopo due giorni di Svizzera centrale ci troviamo a Innertikirchen, ai piedi del Sustenpass che ci terrà occupati fino al calar del sole. Dopo il dovuto riposo, in scia ad una Ferrari scendiamo a razzo (qui il peso aiutò il duo vintage) per catapultarci sul passo successivo: il San Gottardo. Dopo avergli fatto lo scalpo ci apprestiamo ad una discesa tortuosa e a strapiombo che, impavidi, affrontiamo alle velocità più elevate, motivo per il quale "Bigodino", affrontando troppo spavaldamente un tornante, ruzzola per la scarpata. Scioccati dall'accaduto, stanchi per il viaggio, si decide di raggiungere via rotaia la casa della nonna di "Bigodino" in Marchirolo che dista 80 km. In completa bancarotta, dopo proposte di soluzione non sempre dignitose, "La Puppia" sguaina trionfante la sua carta Flash che il padre aveva prontamente ricaricato.
L'ultimo giorno il trio copre gli ultimi 108 km in una comasca asfissiata dal traffico. Non pago, "La Puppia" compie gli ultimi 20 km smontando e rimontando dalla sella per gonfiare l'ultima camera d'aria mal aggiustata.
All'arrivo a Milano, dopo gli scatti di rito e i discorsi con le autorità, i tre si dividono nell'ordine:
- Simone "Bigodino" Pella
- Rocco Luigi "El Brilante" Soldini
- Alessandro "La Puppia" Cassinadri.
Per concludere, in questo viaggio abbiamo appreso il senso della vita...
...ma manterremo il segreto.
(La Puppia, con il supporto d' El Brilante, esclama: "VIVA LA BIGA E CHI LA GUIDA!").

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